La sentenza n. 7354/2021 della Corte di Cassazione ha riconosciuto un indennizzo economico per chi dovesse riscontrare danni a seguito di vaccinazione non obbligatoria.
Il primo risarcimento è stato erogato a un soggetto che aveva contratto il "lupus eritematoso sistemico" dopo essersi sottoposto a vaccinazione contro l'epatite di tipo A.
Il caso ha rimandato all'art. 4 L. 229/2005 secondo cui:
“Chiunque abbia riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di un'autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica, ha diritto ad un indennizzo da parte dello Stato, alle condizioni e nei modi stabiliti dalla presente legge.” (cfr. Legge n. 210/1992, Art. 1, primo comma).
Richiamata all'attenzione anche la sentenza n.19365/2015 nella quale si era indagato il nesso tra malattia subentrata a seguito di vaccinazione. In quel caso inizialmente il giudice aveva riconosciuto la correlazione ma non il risarcimento dal momento che si trattava di una vaccinazione non obbligatoria. In sede di rinvio la Corte di appello aveva però precisato che la vaccinazione era stata fortemente promossa dalla Regione e che quindi non vi era modo di differenziare tra iniezione "imposta" e "raccomandata", motivo per il quale al ricorrente spettava il risarcimento.
La pronuncia della Suprema Corte sembra arrivare al momento giusto, inserendosi all'interno del dibattito circa gli effetti negativi che potrebbero essere causati dal vaccino anti Covid-19. Diversi dubbi attanagliano ancora molti soggetti: le perplessità riguardano sia la copertura del vaccino ma anche e soprattutto le ripercussioni psico-fisiche che potrebbero derivare dallo stesso.
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